Business model territoriali
I business model territoriali (BMT) rappresentano una risposta strategica alle esigenze di sviluppo sostenibile e di valorizzazione delle peculiarità locali. Nel contesto di Smartland e dello sviluppo basato sulla comunità (Community-Based Development, CBD), i BMT si configurano come strumenti per la creazione di valore condiviso attraverso una sinergia tra tecnologia, partecipazione comunitaria e ottimizzazione delle risorse territoriali.
Business Model Territoriali come Strumento per il Community-Based Development
I Business Model Territoriali (BMT) rappresentano uno strumento cruciale per lo sviluppo basato sulla comunità (CBD), che pone le persone al centro delle strategie territoriali. In questo contesto, i BMT diventano fondamentali per valorizzare le risorse locali, promuovendo l’identità culturale, storica e naturale del territorio e creando prodotti e servizi che, pur radicandosi nella tradizione, siano competitivi nei mercati globali. Inoltre, questi modelli favoriscono l’inclusione sociale, coinvolgendo le comunità vulnerabili e rafforzando il capitale sociale locale.
Un altro aspetto importante riguarda la sostenibilità economica: i BMT permettono di ridurre i costi energetici e ambientali, creando al contempo nuove filiere produttive come quelle legate alla bioeconomia o all’agroindustria. Infine, i Business Model Territoriali facilitano la governance partecipativa, promuovendo la creazione di piattaforme collaborative per la pianificazione territoriale e l’utilizzo di strumenti di mappatura partecipativa e data-sharing per una gestione più inclusiva e condivisa delle risorse.
Progettazione integrata o aggregata
Un Business Model Territoriale (BMT) è un approccio strategico che considera il territorio come un sistema complesso, integrando risorse naturali, economiche, sociali e culturali per promuovere uno sviluppo sostenibile e coordinato. Lo sviluppo integrato, in questo contesto, si riferisce a un processo che mira a ottimizzare il potenziale complessivo del territorio attraverso la collaborazione tra attori locali, regionali e nazionali, creando sinergie tra diversi settori e azioni da non confondersi con lo sviluppo aggregato di differenti progettualità.
Lo sviluppo integrato del territorio si basa su un modello di coordinamento e sinergia tra diversi settori, risorse e attori, con l’obiettivo di massimizzare i benefici collettivi e creare valore condiviso. Questo tipo di sviluppo si distingue per:
- Multidimensionalità: coinvolge aspetti economici, sociali, ambientali e culturali.
- Coordinazione delle azioni: promuove un’azione concertata tra enti pubblici, imprese private e comunità locali.
- Sostenibilità: mira a preservare le risorse per le generazioni future.
- Centralità degli obiettivi strategici: le azioni sono orientate al raggiungimento di obiettivi programmatici definiti attraverso un processo di pianificazione partecipativa e analisi dei bisogni.
Nello sviluppo integrato, la progettazione territoriale si presenta come un sistema di azioni coerenti e coordinate su scala territoriale, dove ogni intervento contribuisce al raggiungimento di obiettivi comuni. Questo approccio presuppone una visione sistemica e il superamento delle logiche settoriali, favorendo un’integrazione tra politiche, strumenti e risorse.
La progettazione integrata non va confusa con l’aggregazione di interventi pubblici non coordinati. Mentre la progettazione integrata mira a creare un sistema coeso e sinergico di azioni, spesso si osserva una prassi differente in cui sotto il termine “integrato” vengono proposti piani che sono una semplice sommatoria di investimenti settoriali derivanti da compromessi politici e non da un’analisi strategica.
Progettazione Integrata
La progettazione integrata si caratterizza per un orientamento strategico chiaro e per obiettivi programmatici ben definiti. Ogni intervento viene concepito in modo che contribuisca al sistema territoriale nel suo complesso, cercando di massimizzare i benefici globali. Gli investimenti vengono valutati non solo per il loro valore intrinseco, ma per il loro impatto sinergico, ovvero per come interagiscono con gli altri elementi del sistema. Inoltre, la progettazione integrata prevede una gestione attiva e dinamica, che consente di effettuare aggiustamenti e modifiche in base agli indicatori di performance e ai risultati ottenuti, assicurando così una continua ottimizzazione delle risorse e degli interventi.
Aggregazione di Interventi Pubblici
Gli interventi pubblici sono spesso il risultato di compromessi politici nella distribuzione delle risorse, senza una visione strategica unitaria. Questo approccio porta a una serie di progetti che, pur essendo legittimi e rispondendo a bisogni specifici, risultano scollegati tra loro e non contribuiscono a un reale sviluppo complessivo del territorio. In molti casi, si traducono in un cronoprogramma di investimenti pubblici che rappresenta semplicemente una sommatoria di progetti, senza affrontare i problemi di sviluppo locale in modo coerente e senza tener conto delle connessioni tra gli interventi o della loro funzionalità rispetto agli obiettivi sistemici più ampi.
Limiti dell’Aggregazione di Interventi
L’aggregazione di interventi pubblici sotto l’etichetta “integrato” presenta diversi limiti:
- Assenza di coordinamento: gli investimenti non dialogano tra loro e non contribuiscono a un obiettivo comune.
- Efficacia ridotta: l’impatto complessivo degli interventi è inferiore alla somma dei singoli contributi, perché manca un effetto moltiplicatore.
- Spreco di risorse: il disallineamento tra interventi può portare a sovrapposizioni, duplicazioni o inefficienze.
- Mancanza di sostenibilità: non considerando la visione a lungo termine, molti interventi finiscono per rispondere solo a esigenze immediate, senza contribuire alla resilienza del territorio.
Perché il Business Model Territoriale è Fondamentale
Il Business Model Territoriale offre una soluzione alle criticità del tradizionale approccio di sviluppo, proponendo un framework integrato che si basa su una visione strategica a lungo termine, costruita su un’accurata analisi delle necessità e delle potenzialità specifiche del territorio. Un aspetto fondamentale di questo modello è la misurazione dell’impatto, che avviene tramite l’uso di strumenti avanzati come indicatori di performance, modelli input-output e algoritmi predittivi, in modo da assicurare che ogni intervento contribuisca concretamente allo sviluppo complessivo. Inoltre, il modello promuove l’integrazione e la sinergia, coordinando risorse e attori locali per massimizzare il valore creato, mentre pone un forte accento sulla sostenibilità e sull’inclusività, cercando di mantenere un equilibrio tra gli aspetti ambientali, sociali ed economici, senza trascurare nessuna componente del sistema.
Lo sviluppo integrato richiede una pianificazione strategica che vada oltre la semplice aggregazione di interventi pubblici, spesso frutto di compromessi politici. Il Business Model Territoriale è uno strumento chiave per garantire che le risorse siano impiegate in modo coordinato, generando valore condiviso e sostenibile. Solo attraverso una visione unitaria e un approccio partecipativo sarà possibile tradurre il concetto di sviluppo integrato in realtà concreta.
Applicazioni Pratiche di Business Model Territoriali: Casi Studio
Copenhagen (Danimarca): Modello della Smart City Copenhagen ha sviluppato un business model territoriale mirato a diventare la prima capitale carbon neutral entro il 2025. La strategia si basa su investimenti in infrastrutture sostenibili, sistemi di trasporto verdi e una gestione avanzata delle energie rinnovabili. Attraverso l’implementazione di piattaforme digitali per il monitoraggio delle emissioni e del consumo energetico e l’uso di modelli predittivi per simulare l’impatto delle politiche, la città ha attratto significativi investimenti internazionali, migliorando anche il benessere dei suoi cittadini. I risultati principali includono una riduzione del 42% delle emissioni di CO₂ dal 2005 al 2020 e una crescita del settore tecnologico e delle imprese green, consolidando Copenhagen come modello globale di sostenibilità urbana.
Regione Basca (Spagna): Cluster di Innovazione: La Regione Basca ha adottato un business model territoriale volto a stimolare l’innovazione attraverso la collaborazione tra università, imprese e istituzioni pubbliche. Questo modello si concentra sull’ottimizzazione delle risorse locali e sull’attrazione di talenti per favorire uno sviluppo competitivo. Gli strumenti chiave includono l’uso di indicatori di performance, come la produttività dei cluster e il numero di brevetti registrati, e modelli di matching tra offerta e domanda di innovazione. Grazie a questa strategia, la regione ha registrato una crescita del PIL del 20% in dieci anni e un incremento del 35% nelle start-up tecnologiche, dimostrando l’efficacia del modello territoriale per il potenziamento dell’innovazione.
Friburgo (Germania): Città Sostenibile: Friburgo è un esempio europeo di sostenibilità urbana, avendo implementato un business model territoriale centrato sull’energia rinnovabile, la mobilità sostenibile e una gestione intelligente del territorio. Il modello si avvale di strumenti avanzati come i modelli input-output per analizzare il consumo energetico e la produzione di energie rinnovabili, oltre a progetti partecipativi per coinvolgere la cittadinanza nelle decisioni strategiche. I risultati ottenuti includono una riduzione del 38% delle emissioni di gas serra dal 1992 al 2020 e un incremento del turismo sostenibile del 25%, rendendo Friburgo un punto di riferimento per lo sviluppo sostenibile.
Distretto Tessile di Prato (Italia): Economia Circolare: Il distretto tessile di Prato ha sviluppato un business model territoriale incentrato sull’economia circolare, puntando sul riciclo delle fibre tessili e sulla gestione sostenibile dei rifiuti industriali. L’iniziativa si basa sull’uso di indicatori di circolarità, come il tasso di riciclo, e su modelli di supply chain integrati per ottimizzare i flussi di materiali. Questo approccio ha portato a una riduzione del 50% dei rifiuti tessili destinati alle discariche e a una crescita del 15% delle imprese green nell’arco di cinque anni, dimostrando come un modello territoriale possa favorire la sostenibilità e la competitività economica.
In definitiva, un business model territoriale non è solo una strategia di crescita economica, ma un approccio integrato per garantire il benessere e la sostenibilità del territorio. Attraverso strumenti quantitativi, collaborazione tra attori locali e una pianificazione su orizzonti temporali chiari, i BMT sono diventati fondamentali per affrontare le sfide globali e locali.
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